Val Trompia
La Valtrompia ha molte anime. L’anima verde, amata dagli gli escursionisti, che arrivano anche da lontano, alla ricerca di una natura ricca e incontaminata. I turisti arrivano anche d’inverno, quando la neve ammanta di bianco il Maniva, la montagna di casa dei bresciani, e chiude le strade verso la Valsabbia, verso Bagolino e Anfo, trasformandole in piste da sci.
STORIA
L’altra anima della Valtrompia è la sua storia, strettamente collegata all’ escavazione e coltivazione delle miniere. La Valtrompia è infatti la Terra di metalli, metalli estratti per secoli dalle viscere delle montagne. Gli antichi romani qui venivano a cercare il ferro per armare le loro legioni e conquistare il mondo. In tempi più recenti si sono scoperti notevoli giacimenti di fluorite: una storia leggendaria, di fatica e di coraggio, di drammi umani e solidarietà fra famiglie, che è ora racchiusa nell’Agenzia Parco Minerario dell’Alta Valle Trompia. Entrando nella Miniera Marzoli di Pezzaze sembra di essere in un set cinematografico, dove, attraverso cunicoli e gallerie, si viaggia davvero indietro nel tempo. Un percorso museale del ferro porta, dalla Miniera Marzoli e dalla Miniera Sant’Aloisio, a visitare il forno fusorio di Tavernole sul Mella, le fucine di Sarezzo, le botteghe d’incisioni.
Dalla Valle partivano, cinque secoli fa, le armature per Carlo V, i pugnali per Francesco I, gli archibugi per tutti gli eserciti d’Europa. Ancora oggi è così, e i fucili da caccia, con le bascule cesellate in modo unico al mondo, fanno la gioia degli sceicchi del Medio Oriente. Sono armi famose e ricercate da appassionati e collezionisti, e portano nel mondo il nome degli artigiani della Valtrompia.
Certo il nome più conosciuto è quello dei Beretta, una famiglia che da oltre cinque secoli tiene saldamente le redini dell’azienda di casa. Dagli archibugi si è passati col tempo ai fucili, da caccia e da guerra, alle pistole (in dotazione persino ai Chips, i poliziotti californiani) in una trasformazione che ha coinvolto l’intera Valle. E da Gardone Valtrompia, il paese dei Beretta, fino a Sarezzo e Concesio (il paese natale di papa Paolo VI) artigiani armaioli continuano l’arte del cesello, della miniaturizzazione, dell’oggetto artistico. Dagli scudi da parata e dalle armature di un tempo la tradizione non s’è perduta.
Due anime, una artigiana, di livello mondiale, che invade i mercati anche con oggetti quotidiani, pentole, posate, maniglierie (impressionante è l’esplosione industriale di Lumezzane di qualche decennio fa), e un’altra ancorata a ritmi arcaici: è questo il mondo dell’alta Valle, da Bovegno a Collio, da Marmentino a Irma, delle tante e diffuse malghe di montagna.
Dove la vita è quella di sempre, dura e semplice, schietta come i sapori dei prodotti tipici. I valtrumplini dell’alta valle gestiscono piccoli allevamenti, producono latte, burro e formaggi di qualità, pescano gustose trote di torrente e cacciano la prelibata selvaggina. In versione ridotta sembra un po’ lo specchio dell’Europa che viaggia spesso a due diverse velocità. In Valtrompia questi due mondi però convivono in armonia e si danno la mano: a legarli sono le forti tradizioni popolari, il piacere di ritrovarsi attorno a un fuoco a mangiar polenta con il classico spiedo. Un piccolo viaggio che lascia il segno, in una Valle da scoprire lentamente, quasi con discrezione. Perché ha ancora tanti segreti da svelare.
AMBIENTE FISICO
L’alta Valtrompia, raggiunta dal ghiacciaio che si formò nell’era delle glaciazioni ai piedi del gruppo Colombine-Dasdana-Dosso Alto-Corna Blacca, assunse il suo andamento attuale già nel quaternario. In questa zona si possono trovare varietà differenti di rocce: arenarie rosse (Colombine, Cretoso, Muffetto), gesso grigio (Collio), scisti cristallini, anidride (Lodrino) e dolomia (Corna Blacca, Baremone, Corno Zeno). Alcune miniere di siderite, fluorite e galena furono attive, non molto tempo addietro, nella zona di Collio, Pezzaze e Bovegno. I monti calcarei, da cui si scavava il “medolo” con il quale si costruirono alcuni tra i più suggestivi monumenti della Brescia medievale, occupano l’area dello sbocco meridionale della Val Trompia. Lasciati alle proprie spalle i primi corrugamenti della Val Trompia, che ospitano la vite e l’olivo, si entra nel mondo del castagno, del carpino, della betulla, dell’acero e della quercia. Il ciclamino, i funghi, i mirtilli, le campanule, le spiree, le clematidi alpine e gli aconiti gialli crescono nel sottobosco, ai piedi degli alberi o nelle zone dove batte il sole.
La Valle Trompia ospita, intorno ai mille metri di altezza, il faggio, l’abete rosso e bianco e il larice; salendo ancora troviamo il pino mugo, il rododendro, l’erica, il cardo e la stella alpina. La fauna della Valtrompia è varia e composita, troviamo volpi, faine, martore, tassi, marmotte, lepri delle nevi, ricci, scoiattoli, ghiri, moscardini. La Val Trompia ospita numerose varietà di volatili: il gheppio, la poiana, lo sparviero e il cuculo.
CURIOSITA’
- A dicembre i Comuni dell’alta Valle Trompia celebrano la Festa di Santa Barbara, protettrice anche dei minatori. La festività in onore della Santa era, ed è ancora oggi, un’occasione di incontro e ricordo.
- Il Sentiero della Grande Guerra, inserito nel più ampio progetto regionale di un Parco Culturale Integrato che abbraccia i territori del fronte dal Passo dello Stelvio al Lago di Garda, viene proposto dalla Comunità Montana di Valle Trompia, in collaborazione con il Museo della Guerra Bianca dell’Adamello, al fine di recuperare i vecchi tracciati militari e i manufatti bellici situati nella zona del Maniva.
- Roberto Ghidoni, definito il “Lupo che corre” dagli indiani d’Alaska, ha reso famosa nel mondo la Valle Trompia vincendo tre volte la mitica Iditaroad, una traversata di circa 1800 km a piedi sui ghiacci.
- La Valle Trompia è presente nella storia dello sci italiano dagli anni ’50 con i fratelli Contrini, fino ai recenti campioni della squadra nazionale, Ivano Edalini e Alberto Ghidoni.
EVENTI
Maggio: Söl Gölem de Not (Monte Guglielmo)
Ottobre: Sagra dei Marroni (Nave – Bovezzo – Caino)
I monti più importanti
• Monte Colombine – 2.215 m
• Dosso Alto – 2.065 m
• Monte Muffetto – 2.060 m
• Monte Guglielmo – 1.957 m
• Monte Maniva – 1.850 m
• Alpe Pezzeda – 1.799 m
Vedi anche:
Economia del Ferro in Val Trompia
Santuario della Madonna della Stella
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