27/05/2011 10:00 | - | 30/07/2011 20:00 |
Cronos en Famille
CASA DEI PALAZZI, SPAZIO LABA
Piazza del Foro 2
Tel.: +39 030 391636
spaziolaba@laba.edu, placement@laba.edu
www.laba.edu
Curata da Jean-Pierre Denefve, la mostra Cronos en Famille prende spunto da un’immagine della cultura popolare in cui il passare del tempo è scandito dalle età dell’uomo, dalla nascita, attraverso la maturità fino alla morte. L’opera di Aulagnier si costruisce a partire dalle relazioni che l’uomo ha con il proprio corpo, le proprie energie simboleggiate dal rapporto che la macchina ha con i propri ingranaggi. Alain Breyer fotografa “quelli che aspettano” gli ospiti temporanei dei campings e deiresidences. Queste persone non sono in vacanza, la crisi li ha obbligati a vendere le loro case, essi aspettano le nuove case, nuovi appartamenti. Il tempo fa da cornice alle loro ore vuote e incerte; liberati dal lavoro, restano in famiglia in una falsa parvenza di villeggiatura. André Chabot ha passato qurant’anni a fotografare i monumenti funebri e i cimiteri di tutto il mondo: un fondo di 160.000 immagini, segni, simboli, tutto ciò che racconta la vita dei cimiteri. Il piccolo mondo dell’oltrtomba, delle lacrime e delle deposizioni in marmo. L’individuo passa e si fonde con l’universo. Nel tempo resta una memoria di pietra. D’origine algerina, Malik, danzatore e musicista, è anche un collezionista di immagini. Isola, lungo la strada, le croci dei morti incidentati. Sottolinea l’abitudine europea disegnare i luoghi di un incidente mortale, senza il soccorso di un prete. Inizialmente attirato dalla fotografia erotica in formato polaroid, Didier Coeck si dedica oggi a modelli provenienti dal mondo dell’emarginazione e della sofferenza inseriti nel loro quotidiano. È una frequentazione senza voyeurismo, complice, che sfida il tempo come presenza familiare. Jean-François Spricigo, fotografa la vita quotidiana cercandone l’aspetto più intimo. L’intimo dei sensi in risveglio, un leggero tremito dello sguardo all’esteriorità dal quale è visibile, di colpo, l’inizio di una nuova vita, più vera della precedente anche se costruita di sola apparenza. I paesaggi dell’artista Romain Van Wissen modellati classicamente come dei trompe l’oeil sono bloccati senza stati d’animo, strati di differenti consistenze finiscono perdonare all’opera una struttura ritmicamente propria e autonoma. Insieme a queste superfici sature di pigmenti acidi, macchine giocattolo costruite con materiali di scarto o di recupero, sembrano evocare un viaggio e un desiderio di grandi spazi: route 66?
Artisti: Daniel Aulagnier, Philippe Baran, Alain Bornain, Alain Breyer, André Chabot, Malik Choukrane, Didier Coeck, Edmond Jamar, Didier Pozza, Jean-Francois Spricigo, Romain Van Wisse
Orario: Dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 18.00, sabato dalle ore 16.00 alle 20.00
Mese di luglio, sabato dalle ore 16.00 alle 20.00
Genere: arte contemporanea, collettiva di artisti belgi