Comune di Cedegolo
Il Comune
Piazza Roma, 1 25051 – Cedegolo
Tel. 0364/630331
Fax 0364/630471
info@comune.cedegolo.bs.it
Sindaco: andrea Bortolo Pedrali
Informazioni Generali
Abitanti: 1300
Altitudine: 410 m s.l.m.
Mercato: ogni lunedì, nella piazza Roma
Manifestazioni e Ricorrenze
- Festa di San Girolamo: 30 settembre
- Festa di San Floriano: nella frazione Grevo presso l’omonima chiesetta il primo maggio
Descrizione
Cedegolo ha occupato a lungo una posizione di rilievo tra i Comuni della Valle Camonica, sia per le sue officine di lavorazione del ferro che, in questo secolo, per il commercio. Questa importanza, oggi peraltro ridimensionata, è testimoniata dai palazzi presenti sul territorio comunale: la Casa Panzerini e la Casa Simoncini.
L’unica via di comunicazione che attraversava la Valle fu, fino alla seconda metà dell’ 800 (quando venne costruita la Via Roma, parallela al Fiume Oglio), l’antica “Via Valeriana“, realizzata dai romani nel 16 a.C. come strada militare, che rivelò ben presto per Cedegolo una spiccata importanza dal punto di vista commerciale. Nel secolo XV la Signoria passò ai Federici, poi ai Conti di Cemmo, quindi ai Visconti di Milano. Infine, come il resto della Valle, Cedegolo si assoggettò al dominio della Serenissima Repubblica di Venezia che, l’11 Febbraio 1441, cedette la Contea di Cimbergo (di cui Cedegolo faceva parte) al Conte Paride di Lodrone per le benemerenze da lui acquistate nella lotta contro i Visconti.
Quello napoleonico fu, per la Valle Camonica e per Cedegolo in particolare in quanto luogo di confine, un periodo triste: le devastazioni belliche, lo spoglio delle Chiese dai loro ori, l’impoverimento dei patrimoni comunali, le scorribande dei briganti che scendevano dal Trentino ne tormentarono l’esistenza, finché l’intervento del Generale MacDonald, nel 1800, ristabilì il dominio francese e ripristinò il Governo della Repubblica Cisalpina su tutta la Valle, aggregandola dapprima alla Municipalità del Serio e successivamente, nel 1803, a Bergamo. La sconfitta napoleonica, seguita dalla Pace di Parigi del 1814, determinò il passaggio della Valle Camonica sotto il dominio dell’Impero Austriaco.
Dopo l’unificazione nazionale, l’economia cedegolese s’incentrò sul binomio commercio – sfruttamento delle risorse idriche. L’acqua, da elemento naturale apportatore di cataclismi (alluvione della Valgravagna del 1888), si trasformò in fattore di sviluppo economico per la vallata. Negli anni 1909 – 1911, con la costruzione delle centrali idroelettriche dell’”Adamello” e della “Società Elettrica Bresciana”, Cedegolo divenne un importante snodo del settore, specialmente da quando la società Edison vi collocò gli uffici e la direzione del comparto produttivo camuno. Durante la Grande Guerra, la Valle Camonica fu zona di confine, ed a Cedegolo vennero allestiti un grande accampamento di soldati ed un ospedale da campo. Negli anni ’30 si potenziò l’attività commerciale, ed il paese beneficiò delle attività produttive della Scianica (Sepe) e di Forno Allione (Elettrografite), vera manna per l’occupazione locale. Il 18 Marzo 1927 la sede municipale si spostò a Cedegolo, e Grevo divenne la frazione, mentre l’anno successivo si attuò l’unione dei Comuni: a Cedegolo si aggregarono Sellero e Berzo Demo, per una popolazione totale di circa 5.000 abitanti. Nel periodo fascista vennero inoltre realizzati il Municipio, il Monumento ai Caduti e la Piazza Littorio (attuale Piazza Roma), nuova sede del mercato. La seconda guerra mondiale fu portatrice di morte, fame e disperazione: dopo l’occupazione tedesca, improvvisi rastrellamenti notturni sconvolsero il paese, e l’incendio della vicina Cevo il 3 Luglio 1944 da parte dei fascisti costituisce un triste monito per la resistenza camuna. Cedegolo esce dal secondo conflitto mondiale in condizioni socio – economiche veramente disastrose: paralisi della produzione, commercio ridotto ai minimi termini anche a causa delle infrastrutture inservibili, abbandono dei campi, forte emigrazione all’estero (soprattutto verso la Francia, la Svizzera, il Sudamerica e l’Australia).
Da Vedere:
Il Museo dell’Energia Idroelettrica: racconta una tappa fondamentale dell’industrializzazione italiana, valorizza l’archeologia industriale e la cultura materiale della modernità, diffonde la conoscenza scientifica e la consapevolezza culturale in tema di energia e ambiente.L’arrivo è preceduto, a breve distanza, dalla presenza di tre insediamenti idroelettrici ancor oggi produttivi che ci introducono alle vicende della grande epopea storica, tecnica, economica e sociale raccontata all’interno del Museo. Si tratta, nell’ordine, della moderna Centrale (di pompaggio) Enel di San Fiorano, della centrale Edison di Cedegolo (progetto dell’architetto Gio Ponti) e della storica Centrale Poglia costruita dalla GEA nel 1911 e ora di proprietà dell’Enel. Giunti all’ingresso dell’abitato si presenta finalmente la grande massa monumentale della Centrale SEB (Società Elettrica Bresciana), stretta tra la statale del Tonale, la ferrovia e il fiume Oglio. La Centrale di Cedegolo, sede del Museo, fu costruita tra il 1909 e il 1910 ad opera della Società Elettrica Bresciana per sfruttare la caduta delle acque derivate in comune di Malonno sul versante orografico destro del fiume Oglio; passata all’ Enel con la nazionalizzazione, è rimasta in attività dal 1910 sino al 1962, quando per motivi tecnici è uscita di produzione ed è stata impiegata come magazzino di deposito a servizio del sistema idroelettrico della Valle.
Parrocchiale di San Girolamo (XVIII sec.): da visitare, oltre che per il bel portale, anche per l’ancona sull’altare maggiore, opera di Pietro Ramus. Gli affreschi sono di A. Capello.
Parrocchiale di San Filastrio (XVIII sec.): dedicata al settimo Vescovo di Brescia, ha tre altari marmorei, col palio ornato di statue, e contiene opere pregevoli dei marmorari di Rezzato.
Chiesetta dedicata a San Floriano: posta a sud dell’abitato di Grevo, sopra l’invaso della centrale idroelettrica di San Fiorano. Meta di un annuale pellegrinaggio divenuto tradizionale sagra per i cittadini della frazione Grevo, è stata edificata verso la fine del 1600 sui ruderi di un precedente edificio in stile romanico.
Mappa del Comune: