Comune di Paspardo

Il Comune
Via Roma, 24
25050 – Paspardo
Tel. 0364/48025
Fax 0364/48025
info@comune.paspardo.bs.it

Sindaco: Delia Orsignola

Informazioni Generali
Abitanti: 674
Altitudine: 978 s.l.d.m.
Mercato: il venerdì
Festa Patronale: Festa di San Gaudenzio, 16 agosto

Manifestazioni e Rricorrenze

  • Festa della castagna: seconda domenica di ottobre
  • Raduno di sci alpinismo: ai primi di gennaio con salita al Colombè
  • Raduno interregionale di alpini: in agosto, è organizzato con la partecipazione all’annuale traversata alpina
  • In estate sono organizzate diverse manifestazioni quali il torneo estivo per ragazzi, il torneo per adulti, serate danzanti, serate culturali, visite alle incisioni rupestri, gare di bocce.

Il comune di Paspardo era frequentato fin dai tempi preistorici: le testimonianze della presenza degli antichi Camuni sono infatti numerose. Molti luoghi sacri preistorici, posizionati in punti elevati, durante il periodo Romano (I sec. d.C.), furono trasformati in siti di culto degli dei romani. Il cristianesimo, imposto in Val Camonica dai Longobardi, fu profondamente inserito nella vita quotidiana dei Camuni, specialmente dopo la conquista di Carlo Magno e la donazione dell’intera Valle, nel 774, ai monaci del potente e ricco convento francese di Tour, che edificarono numerose chiese e cappelle. Nel 1299 il vescovo di Brescia concesse in affitto alla comunità locale alcuni possedimenti rurali, precedentemente ceduti dagli abitanti dell’antico borgo di Zero; dal 1308 al 1421 il paese doveva sottostare a una lunga serie di adempimenti e versare le decime in favore della “mensa vescovile”. Dopo la pace di Lodi (1454) la famiglia dei conti di Lodrone (con il permesso della Serenissima Repubblica Veneta) tentò più volte di appropriarsi anche della giurisdizione su Paspardo, dopo aver già ricevuto l’infeudamento nelle terre di Cimbergo. Dopo le insanguinate faide tra Guelfi e Ghibellini camuni, la Repubblica di San Marco scalzò definitivamente da tutta la Vallecamonica i Visconti e poi gli Sforza e fece applicare la sua giurisdizione e le sue leggi, pur rispettando leggi e tradizioni locali. Di quel periodo (1488) è il famoso “Codice minerario” (unico nell’Italia dell’epoca) in cui sono descritte anche le miniere di rame e cadmio localizzate nelle terre di Paspardo, che non erano però di particolare rilevanza poiché, nel 1610 l’economia era basata soltanto sull’agricoltura e sull’allevamento. La vita dei paspardesi era difficile: chi non lavorava nei piccoli campi o nell’allevamento, si dedicava, nel periodo autunnale, alla raccolta delle castagne nei vasti castagneti delle montagne circostanti; un certo reddito proveniva proprio da queste coltivazioni che vennero intensificate fin dal 1700. Chi non trovava lavoro nemmeno nelle fucine del fondo valle, in maggioranza i giovani, doveva emigrare, abbandonando il proprio paese: l’emigrazione, diffusa ampiamente in tutta la Valle, è perdurata fino al secondo dopoguerra. Anche Paspardo fu investito, nonostante la posizione piuttosto lontana delle principali vie di comunicazione, dalle varie ondate di carestia e peste portate in Valle dagli eserciti di passaggio. Numerosi e devastanti furono gli incendi che colpirono il paese: si ricorda ancora il grandissimo incendio del 1833 che provocò forti danni e distrusse numerose case. Durante gli anni del fascismo fu imposto l’accorpamento dei numerosi piccoli paesi in entità comunali più grandi: infatti dal 1927 al 1947 Paspardo fu aggregato a Cimbergo.

Itinerari
Percorsi e Itinerari a Paspardo Il Bosco di Deria


Da Vedere:

La Parrocchiale di san Gaudenzio, di classico stile barocco è stata ampliata nel 1950. Sono presenti degli affreschi sia antichi sia ben più recenti (1953) di Oscar di Prata. Notevoli sono gli altari lignei di classica scuola fantoniana. La grande pala dell’altare maggiore è del 1700 e rappresenta la Madonna col Bambino e i Santi Gaudenzio, Rocco e Lorenzo.

Il Santuario di Deria è dedicato alla Maternità di Maria. Fu edificato nel 1700 in un vasto castagneto, perché la gente potesse seguire la messa anche durante la raccolta delle castagne. Non molto distante sorge il monastero di san Salvatore di Capo di Ponte, raggiungibile con la nuova provinciale.

Una Cappelletta sorge in piazza Fontana ed è decorata con affreschi del 1700.Come detto nella storia locale sopra riportata, alcune case del centro storico sono segno evidente di un certo stato sociale benestante e casa Bonfadini ,nella piazza omonima, conserva un frammento di affresco del 1500, mentre dei portali in pietra sono in via Recaldini (1576 e 1671), in via Martinazzoli (1714), in via Fontana e in via Croce.

La Riserva Regionale Incisioni Rupestri di Ceto Cimbergo Paspardo è stata istituita nel 1983 per tutelare il patrimonio di rocce istoriate, di resti archeologici e l’ambiente naturale dei tre comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo.Il territorio della Riserva, è situato sul versante sinistro orografico della media Valcamonica ed occupa una fascia che ha la sua quota più bassa nella località Zurla a metri 360 e quella più alta nell’abitato di Paspardo (1.000 metri circa).E’ divisa nella sua parte mediana dall’unico importante corso d’acqua: il torrente Re, che ha origine dalla confluenza del rio proveniente dalla conca Tredenus con il torrente che discende dalla conca di Zumella.L’area della Riserva è coperta per la quasi totalità da boschi. Solo una piccola porzione è ancora coltivata a prato specie nella parte nord-occidentale.Nel vasto territorio di Paspardo, nella fascia alta (dai 900-1.000 metri), incontriamo importanti località con arte rupestre: In Vall-Castello, Sottolaiolo, il Capitello dei 2 Pini e Dos Custapeta, anche oltre il perimetro della Riserva (e già nel Parco dell’Adamello) sono state individuate aree istoriate in località Dos Sulif, ben oltre i 1.000 metri di altezza.

E’ nota a tutti l’enorme importanza economica e sociale rivestita dai castagneti nei comuni della Valle fino agli anni ’60. Negli ultimi decenni questo patrimonio è andato progressivamente degradando: fortunatamente i castagni sono alberi dalla tempra forte, infatti quasi tutta la superficie un tempo coltivata è tuttora ricoperta da castagni, alcuni con età che supera i 150 anni.Si tratta tra l’altro di una superficie in gran parte situata in una delle più affascinanti aree protette della regione e patrimonio di interesse mondiale: la riserva naturale delle incisioni rupestri.

Il principale sito archeologico di Paspardo è quello descritto con il nome di Plas conosciuto anche come Capitello dei due Pini: su queste rocce si trovano figure antropomorfe schematiche e mappe topografiche; su una parete rocciosa verticale si trovano un simbolo solare, pugnali, un cervo e due alabarde è diventata poi simbolo del Centro Camuno di Studi Preistorici. Altro sito di particolare interesse è la zona di Dos Sottolaiolo dove tra le cinque rocce incise si scorgono diverse rose camune, palette e coppelle, scene di caccia e di guerra nonché il grande guerriero dell’altezza di 140 cm.

Mappa del Comune: