Comune di Vezza d’ Oglio
Il Comune
Via Nazionale, 91
25059 – Vezza d’Oglio
Tel. 0364/76126 – 0364/779610
Fax 0364/76492
info@comune.vezza-d-oglio.bs.it
Sindaco: Severino Fausto Bonavetti
Informazioni Generali
Abitanti: 1420
Altitudine: 1080 m s.l.m.
Mercato: giovedì
Festa patronale: S. Martino Vescovo, 11 novembre
Manifestazioni e Ricorrenze
- Festa della Madonna del Carmelo a Caret, in Valgrande, il 16 luglio
- Festa degli alpini: II domenica di agosto alla chiesa di S. Clemente, con marcia non competitiva
- Festa di Davena e Palio delle contrade: a Ferragosto
- Festa dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valle Camonica: fine agosto/inizio settembre
- Fiera di S. Rosa: a fine agosto
- Festa della montagna: in settembre al “Plass de l’Asen”
- Fiera di S. Michele: 29 settembre
- Fiera dei monti: il primo martedì dopo la festività del 2 novembre
- Sfilata con carro di Santa Lucia: 12 dicembre sfilata in costume tipico con musica e canti
- Fiaccolata della pace: 1 gennaio
- Mostre presso il palazzo Federici: in luglio, agosto e nel periodo natalizio
- Caspolada al chiaro di luna: fine gennaio – inizio febbraio
- Dona del Zuc: rassegna di cori folkloristici – metà agosto
- Festivalcamonica: festa scolastica – maggio
- Alpeggiando: fiera di prodotti tipici – agosto
Il comune di Vezza d’Oglio è un’incantevole località turistica dell’Alta Valle Camonica che offre innumerevoli possibilità di svago e divertimento in tutti i periodi dell’anno. Fiorita e profumata in primavera, verde e spumeggiante in estate, variopinta e nostalgica d’autunno, bianca e suggestiva in inverno è la meta ideale per gli amanti dello sci e della natura e il posto giusto per chi vuole trascorrere giornate indimenticabili all’insegna dello sport, del trekking e delle tante attività all’aria aperta. Vezza d’Oglio vanta una storia centenaria fatta di arte, cultura e tradizioni, ma anche e soprattutto di gente semplice che pur essendo di poche parole non ha mai lesinato gentilezza ed ospitalità. Fino a pochi decenni fa questo era un mondo contadino e rurale, le cui usanze e tradizioni si sono tramandate e conservate fino ai giorni nostri. Così capita ancora, girovagando tra i vicoli del paese e delle frazioni, di imbattersi in donne indaffarate a lavare i panni al lavatoio, di sentire il rumore dello scalpello del falegname o di essere rapiti dai profumi emanati dalla cucina di una volta. Folklore e tradizioni sono di scena in ogni periodo dell’anno, mettendo in evidenza il gusto di alcuni valori del passato ancora vivi oggi nei gesti quotidiani della gente del posto. Ogni occasione è buona per cantare, danzare e stare in compagnia e questa voglia di fare festa si intuisce anche dalle tante manifestazioni che ormai sono diventate un punto importante e fondamentale della programmazione turistica del paese.
Da Vedere:
Dal 1972 esiste un gruppo folkloristico che si è impegnato a mantenere vive le tradizioni e i costumi della nostra terra e che incarna questo desiderio di riscoperta e valorizzazione del passato, è il Gruppo Folk Grano. Attraverso canti e balli popolari fa conoscere il territorio locale non solo in Italia ma anche all’ Estero, facendo rivivere l’allegria e quel calore inconfondibile tipici della montagna.
Nel centro del paese sorge una torre medievale però non collegata direttamente e non appartenente al vicino castello. La sua costruzione di distingue poiché è in massi e conci irregolari : le finestre, in numero limitato, per motivi difensivi, sono a tutto sesto. Nei pressi della torre è localizzato il palazzo residenza della famiglia Federici anche questo non incorporato nel castello che aveva compiti difensivi, presenta un portale del ’500 e, in cattive condizioni di conservazione, un scala a chiocciola ed una loggia.
Chiesa Parrocchiale di S.Martino, dedicata al Vescovo Martino di Tours, ha origini presumibilmente medievali proprio per la sua intitolazione. Ampliata sul finire del Cinquecento, la struttura, grandiosa nei suoi volumi e solenne nella prospettiva, venne interamente ricostruita nella seconda metà del settecento. All’esterno, sopra il cinquecentesco portale una lunetta reca l’affresco con la decollazione di San Giovanni Battista ad opera dell’ architetto Stefano Fagottino (1534-1598). Importanti gli autori di fama nazionale che impreziosiscono la chiesa di affreschi, tele e soase lignee. All’interno, nella volta compaiono affreschi con le storie di San Martino eseguite nel 1896 da Cesare Bertolotti. A sinistra, sopra il Battistero in marmo bianco di Vezza d’Oglio è esposta una tela raffigurante la Santissima Trinità con Madonna e Santi attribuita a Palma il Giovane. Ancora lo Sposalizio della Vergine riferita al Cossali che insieme allo splendido organo settecentesco ed un immagine con la Madonna e Sant’Antonio di Padova arricchiscono il lato sinistro della parrocchiale. Nel Presbiterio, ai lati, si possono ammirare due amabili e grandi tele seicentesche dell’ artista camuno Giacomo Borni detto Bate, rispettivamente con San Martino e San Giorgio. L’opera plastica di gran lunga più importante è l’imponente e fastosa soasa lignea dell’altare maggiore a due ordini architettonici sovrapposti, assegnata alla scuola dell’edolese Giovanni Domenico Ramus, in particolare al valtellinese Giovanni Battista Zotti (inizi del secolo XVIII). Il ricchissimo apparato è assai folto di statue con numerosi Angeli, festoni di frutta, motivi floreali e ornati vari. Il settecentesco altare maggiore in marmo (1775), è pregevole lavoro dei celebri scultori Fantoni di Rovetta, autori anche di un paio di Angeli.
Nel perimetro cimiteriale è da ricordare la chiesetta di San Giovanni Battista che risale al 1700.
Chiesa di S.Clemente fu edificata nel 1200, su un dirupo lungo l’antica via Valeriana, la via romana che collegava la Valle Camonica in tutta la sua lunghezza. E’ localizzata fuori dal paese e al suo lato era edificato un Ospizio. Di questo edificio non rimane quasi nulla ma, come in molti altri siti della Valle, questi luoghi erano di rifugio e passaggio e punti di riferimento importanti. A fianco il campanile costruito in pietra locale. Solo il campanile è originale, di pura architettura romanica lombarda del sec. XII. Il resto della chiesa è stato rimaneggiato nel cinquecento e da alcuni anni restaurata dal locale gruppo degli alpini. Aveva originariamente annessi un ospizio per l’eremita di cui rimangono pochi resti. Apro la porta a tre serrature che gentilmente il parroco mi ha consegnato: l’interno è semplice, ha una bella cancellata, alcuni quadri discreti, alcuni caratteristici ex voto, una lunga corda pendente per la campanina che ha un suono leggero e sognante.
Mappa del Comune: