Clusane
Il paese della tinca al forno
Tinche e naècc: queste le due passioni di Clusane, antico borgo di pescatori sulla costa meridionale del Sebino, là dove le colline della Franciacorta digradano dolcemente verso le acque del lago, dal 1927 annesso al comune d’Iseo. Dominata dall’imponente mole del quattrocentesco castello del Carmagnola, la località frazione di Iseo e rinomata infatti perla sua cucina di pesce di lago e per la passione con cui mantiene viva la tradizione dei naècc, le tipiche imbarcazioni dei pescatori del lago d’Iseo. Le caratteristiche di queste agili barche (linea, fondo piatto, voga in piedi “alla veneziana”) ne fanno risalire le origini al periodo del dominio della Serenissima sui territori di Brescia e Bergamo.
II porto, cuore del centro storico
La parte più vecchia del paese si affaccia su un caratteristico porticciolo, dietro cui si snodano strette vie, su cui spicca l’alto campanile della ex parrocchiale settecentesca. Qui, e sul lungolago, si trovano le trattorie che hanno fatto di Clusane un piccolo fenomeno gastronomico, che deve la sua fortuna soprattutto a un unico piatto veramente gustoso, la tinca al forno con polenta. Ricetta che risale al’800, la tinca viene proposta in una ventina di ristoranti e si abbina perfettamente con i vini della Franciacorta. A essa è dedicata la manifestazione più riuscita e conosciuta del paese, la Settimana della tinca al forno, che si tiene la seconda metà di luglio, proprio quando termina il periodo di divieto della pesca. Tinche al forno con accompagnamento di vini della Franciacorta e dessert, prezzo fisso: questa la formula della festa, che richiama migliaia di persone.
Una tappa alla trattoria del Gallo
Per assaggiare una tinca al forno veramente eccezionale, bisogna assolutamente fare una tappa all’Antica Trattoria del Gallo, dove viene preparata con i segreti e la cura di un tempo. Vecchie fotografie alle pareti che raccontano la storia del paese, i mestieri di una volta, la vita dei pescatori, la trattoria ha il fascino del tutto particolare delle cose semplici e genuine, senza concessioni alle mode. Una veranda sul cortile e una grande sala all’interno, musica classica e revival, trattamento veramente familiare, è gestita da Abele e Giulio Vitali, terzi proprietari in quasi un secolo di vita della trattoria. Fatevi consigliare da loro, vi porteranno i piatti che la stagione e la pesca consigliano: l’appetitoso antipasto di lago con le sardine essiccate al sole, i tipici casonsei (la versione bresciana dei ravioli) alla camuna, le squisite tagliatelle al salmi di folaga, il delicato coregone alla griglia, gli squisiti filetti di persico reale alla salvia e al vino bianco. Per chi ama la carne, ecco il manzo all’olio. Infine i dolci della mamma con in testa un delicato tiramisù il tutto abbinato a un curata selezione dei migliori vini della Franciacorta. I più tradizionali piatti di lago vengono proposti anche in altri ristoranti del paese Al Porto Punta da Dino e Punta dall’est che si trovano sul lago. Buona anche la cucina dei ristoranti Al Muliner e Sole.
Campeggi e sport all’aria aperta
In una bella posizione sulle sponde del lago, Clusane è un luogo per trascorre rilassanti vacanze en plain air. Nuotare nel lago e nelle piscine, andare in barca a vela col favore del vento che qui spira sempre costante, passeggiare a piedi, cavallo e mountainbike sulle colline dei suoi dintorni, giocare a golf nel campo che si trova solo a 4 km: queste alcune delle idee per trascorrere piacevolmente il tempo all’aria aperta.
La più grande isola lacustre d’Europa
Da Clusane è Montisola che s’innalza verdissima di boschi nel cuore del lago d’Iseo è sempre stata un mondo a sè, anche se dalla riva la separano poche centinaia di metri d’acqua, scura e profonda. Una montagna circondata dalle acque: con i suoi 4.28 kmq di superficie e i suoi 599 m di altitudine, è la più grande isola di tutti i laghi europei e dell’isola ha sviluppato, nel corso dei secoli, tutte le caratteristiche: architetture, economia, tradizioni, cultura, usi, gastronomia, dialetto… ogni cosa, in questo mondo sospeso fra le acque e il cielo, assume un sapore particolare e si tramanda gelosamente di padre in figlio, di madre in figlia.
DA CLUSANE A MONTISOLA
Dal Cinquecento qui si intessono reti
Pescatori e costruttori di barche i primi, tessitrici di reti le seconde, da secoli hanno saputo sviluppare una microeconomia che ha permesso a molte famiglie di continuare a vivere sull’isola e che si è riflessa nelle architetture dei paesi e nell’organizzazione sociale, dove la donna ha sempre avuto un ruolo determinante. Erano infatti le donne che fin dal ’500 intrecciavano reti di seta, lino, cotone, refe, aiutate dai bambini e dalle persone anziane, che dipanavano matasse o infilavano gli aghi: si lavorava in casa, sotto gli ariosi loggiati che ancor oggi caratterizzano le costruzioni dell’isola e nelle cucine-laboratorio, ma anche nelle piazzette o lungo le rive, dove le reti da riparare o da rifinire venivano distese su larghe tavole. Già nel ’700 la confezione delle reti era diventata la principale occupazione delle famiglie isolane e nel’800 i retifici di Montisola rifornivano le case regnanti di tutt’Europa.
Pesca e naècc
Gli uomini, da parte loro, si dedicavano alla pesca e alla costruzione dei naècc, le agili imbarcazioni caratteristiche del lago d’Iseo. La loro lavorazione (che parte dalle fiancate per arrivare al fondo) e la loro forma (snella e affusolata, particolarmente adatta per la pesca) ricordano in qualche modo quella delle gondole: infatti narra la leggenda a inventare il naèt fu un falegname, rifugiatosi sull’isola dopo essere evaso dalle carceri veneziane, dove era stato rinchiuso per il furto dei disegni segreti delle imbarcazioni della Serenissima.
Piazzette e porticati
Gli edifici di Montisola e la struttura dei suoi borghi rispecchiano questo modo di vivere, dove gran parte della giornata veniva trascorsa all’aperto, negli spazi comuni, in un incessante lavoro a cui nessuno giovane e vecchio si sottraeva: case di pietra con grandi porticati che le collegano le une alle altre, piazzette, stretti vicoli uniti da volte che portano direttamente al lago, dove ciascuna abitazione aveva un rudimentale pontile di legno e un palo per ancorare la barca. Protetta con i due vicini isolotti di Loreto e San Paolo, un tempo sede di monasteri e ora proprietà privata da vincoli di tutela ambientale, Montisola conserva ancor oggi immutato il suo fascino. I battelli attraccano a Peschiera Maraglio e a Carzano, pittoreschi villaggi con le case che s’affacciano sull’acqua e le reti messe ad asciugare lungo le rive, dove i pescatori fanno essiccare le sarde, piatto per eccellenza (con il salame affumicato) della cucina isolana. Eredi della tradizione artigianale di un tempo, ancor oggi si trovano in paese alcuni laboratori di reti (le industrie sono ormai trasmigrate sulla terraferma) e due piccoli cantieri navali, dove vengono costruiti, tutti in legno, gozzi, dirigili, lancette . Ulivi lungo la costa (dove, oltre a Carzano e Peschiera Maraglio si trovano i piccoli paesi di Sensole e Porto di Siviano), rare viti e fitti boschi di castagni, querce, faggi man mano si sale verso Siviano, Sinchignano, e Menzino e, ancor oltre, Olzano, Masse, Cure, Senzano. Monte Isola ha due vette, da cui si godono spettacolari scorci panoramici sul lago: su quella più alta si trova il santuario della Madonna della Ceriola e sull’altra la rinascimentale Rocca Oldofredi Martinengo (non visitabile, perchè di proprietà privata).
A piedi o in bici
Montisola è da girare a piedi. Di tutto piacere è, ad esempio, la passeggiata che compie l’intero perimetro dell’isola, costeggiando il lago e molto belli sono anche gli itinerari che collegano i paesi dell’interno, o conducono, fra fitti boschi di castagni e campi coltivati, dalla riva alla sommità del monte.
Per fare il giro dell’isola, e inerpicarsi fino al borgo più sperduto, si può utilizzare il servizio di bus che fa capolinea a Peschiera Maraglio: i panorami che spaziano dalle Torbiere del Sebino, al monte Guglielmo, alle Prealpi bergamasche sono stupendi.
Un’alternativa sono le biciclette, che i turisti possono caricare sui battelli di linea, oppure noleggiare a Peschiera Maraglio, Sensole e Carzano. Le biciclette si possono sempre trasportare sull’isola, in qualsiasi periodo dell’ anno e in tutti i giorni della settimana.
In bici si possono inoltre raggiungere le piccole spiagge della costa occidentale dell’isola (la migliore per fare i bagni) o arrampicarsi fino al borgo medievale di Masse.
Sardine alla griglia e salami affumicati
A Montisola del tutto particolare è anche la cucina, che affianca ai tradizionali piatti di pesce del lago d’Iseo alcune specialità. I piatti più caratteristici sono le sardine alla griglia (in realtà si tratta di cavedani, agoni, aole essiccati al sole per una decina di giorni, messi sottolio per qualche mese e poi cucinati velocemente sulla brace), i pesciolini sottaceto, le minuscole aole fritte, gli ottimi salami dall’impasto tagliato a grossi pezzi e affumicati.
Ottima cucina ai ristoranti Al Sole di Sensole e al ristorante dell’albergo La Foresta di Peschiera Maraglio, affacciato sul lago, un luogo romantico e confortevole dove pernottare. Chi vuole dormire a Montisola può scegliere anche fra l’albergo Bellavista e l’albergo Canogola: a due stelle, compensano la loro semplicità con la cordialità dell’accoglienza e l’atmosfera del luogo in cui si trovano.