Itinerari a Pisogne
Il territorio di Pisogne, per la sua conformazione, offre numerose possibilità di escursioni a piedi attraverso paesaggi ed ambienti naturalistici diversi. La locale sede del Club Alpino Italiano ha curato la segnalazione e la numerazione dei sentieri principali, i cui percorsi possono richiedere dalle poche ore all’intera giornata.
Proponiamo i seguenti itinerari, percorribili da grandi e piccini, che offrono, oltre ad un’immersione totale nell’ambiente naturale, panorami mozzafiato e spunti per una riflessione storica.
Pisogne – Sedergnò – Corna dei Trentapassi
Segnavia CAI n. 205 – bianco/rosso (m 1248 s.l.m.)
Tempo di percorrenza: ore 3,30
Dislivello: m 1.050 circa
Difficoltà: facile
Dal Lago d’Iseo non può certo passare inosservato quest’imponente monolito calcareo che si getta a picco, per oltre 1000 metri nelle sue verdi acque. Dalla cima di questa montagna lo sguardo corre, senza ostacoli, dal lago alla Valle Camonica,fino all’Adamello. Il sentiero che raggiunge la cima attraversa boschi cedui misti di castagno, nocciolo, carpino e quercia, prati e castagneti e per un lungo tratto, da Pisogne fino alla Croce di Zone, segue l’antico tracciato della Via Valeriana. Questa era la strada principale di collegamento della sponda bresciana del lago con la Valcamonica, dalla Preistoriaall’Età Romana (da cui il nome), sino alla costruzione della strada carrozzabile costiera. La passeggiata inizia dal nucleo abitato di Govine, a sud di Pisogne,situato ai piedi della cascata della Tufera. Questo borgo era un tempo un importante centro di lavorazione dei metalli, con fucine e mulini costruiti sul corso del torrente, per sfruttare l’energia motrice dell’acqua. Oltre Govine il sentiero prende quota traversando lungamente le pendici montane. Lungo la strada si incontra la cappelletta di San Defendente, santo di origine carolingia, il cui nome era invocato a protezione da ogni pericolo, in particolare dai lupi e dagli incendi, e, se si guarda intorno, si può ben capire come il viandante avesse bisogno di aiuto. Ancora un po’ di strada e si incontra la quattrocentesca chiesa di San Bartolomeo, ai margini dell’antico abitato di Sedergnò. La bellezza e la pace di questo luogo, fra prati e castagneti centenari, richiede un attimo di sosta prima di ripartire verso il passo della Croce di Zone. Il rinvenimento in quest’ultimo luogodi punte di lancia in selce testimonia l’antica frequentazione della zona. Si procede ora su una mulattiera pianeggiante che attraversa un fitto bosco per sbucare al passo delle Forcelle e per compiere l’ultimo sforzo che condurrà alla cima. La fatica, è certo,verrà ampiamente ricompensata; pare che anche Leonardo da Vinci, in veste di cartografo del Lago d’ Iseo, fosse salito su questa spettacolare montagna per cogliere ogni particolare dell’ambiente circostante.
Fraine – Corno Palazzo – Grignaghe
Tempo di percorrenza: ore 1,30
Dislivello: m 150 circa
Difficoltà: facile
Si parte dalla frazione montana di Fraine, a circa 800 m s.l.m.. Il sentiero che interessa la nostra passeggiata ha inizio presso le ultime case a sud del paese dove, oltrepassato il vecchio mulino, ci si inoltra nei castagneti della località Plantecc. In questo tratto il sentiero non ha segnaletica, ma è ben visibile anche quando la vegetazione è rigogliosa. Per gli abitanti di Fraine quella “dei Plantecc” è una passeggiata abbastanza frequentata, almeno fino alla sorgente di acqua fresca e cristallinache sgorga subito a monte del sentiero, a pochi minuti dall’abitato. Si prosegue oltrepassando una casa ed entrando in un bosco misto ceduo il cui sottobosco, piuttosto fitto, in estate può anche nascondere delle vipere, per cui è bene prestare attenzione a ciò che si calpesta. Questo è l’unico tratto in salita del nostro percorso. In breve si incrocia un altro sentiero proveniente dalla loc. Campedei; nei pressi del crocevia è visibile una vecchia macina di mulino semilavorata ed abbandonata ad indicare la presenza, in passato,dell’attività estrattiva di pietra per la fabbricazione di macine. E’ questa la località detta Corno Palazzo, che ben presto si svela ai nostri occhi nella sua privilegiata posizione; la vegetazione si dirada nei pressi di una rupe affacciata sull’Alto Sebino e laBassa Valcamonica. Il panorama è spettacolare, ma non è l’unica cosa interessante di questo luogo; osservando con attenzione la roccia sarà facile individuare simboli e segni incisi: croci semplici o elaborate e sigle rappresentano la fase istoriativa più recente; massi mobili con coppelle testimoniano la fase più antica delle incisioni rupestri, presumibilmente di epoca proto-storica (chi vuole saperne di più può consultare il volume: “Il Segno Minore – Arte rupestre e tradizione a Pisogne e Piancamuno” Edizioni del Centro Camuni di Studi Preistorici, anno 2001).Oltrepassata questa località il nostro sentierosi congiunge con l’antica mulattiera per Grignaghe(Sentiero CAI n. 204 – segnavia bianco/rosso). La strada prosegue pianeggiante in direzione Grignaghe, traversandotutta la Conca di Tet con i suoi bei boschi di conifere, in alcuni tratti molto fitti. Ai margini della strada, testimoni della storia del luogo, è facile notare impressi, sulla pietra,alcuni segni di confine edue lapidi funerarie nelle vicinanze di un imbocco minerario di barite. Poco oltre, sulla sinistra del sentiero, una stradina scende al santuario, ricco di ex voto, della Madonna dell’Albaret. Le prime case ci avvisano che siamo ormai in prossimità del paese, infattiil sentiero sbuca, dopo poche centinaia di metri,presso la Chiesa di San Michele di Grignaghe. Siamo giunti a destinazione, ora vale la pena di visitare il paese e scoprirne gli angoli nascosti prima di intraprendere la via del ritorno.