Comune di Rovato

Il Comune
Via Lamarmora, 7
25038 Rovato (BS)
Tel 030-77131
Fax 030-7713217
ufficio.segreteria@comune.rovato.bs.it

Sindaco: Andrea Cottinelli

Informazioni Generali
Abitanti: 17230
Altitudine: 192 m s.l.m
Mercato: Via Martinengo Località Foro Boario, lunedì
Festa patronale: San Carlo Borromeo, 4 novembre

Riccorrenze e Manifestazioni
Lombardia Carne

Territorio
Rovato è dotata di un’uscita sull’Autostrada A4 (Rovato) all’altezza del Monte Orfano. Dal punto di vista della strade statali, Rovato è attraversata dalla Strada provinciale SP BS 11, un tempo strada statale. Il territorio comunale è attraversato dalla linea ferroviaria Milano-Venezia lunga la quale sorge la stazione ferroviaria di Rovato. Da questa si diparte la linea per Bergamo e Lecco. La stazione è dotata di sei binari ed è un nodo ferroviario, dal quale si possono raggiungere le tre destinazioni di Milano, Brescia e Bergamo. Rovato è dotata di altre due stazioni lungo la derivazione Rovato-Bornato della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo: Rovato Borgo, che funge da stazione di testa della linea, e Rovato Città, attualmente dismessa. Fino al 1956, da Rovato Borgo si dipartiva la linea ferroviaria per Soncino, della Cremona-Iseo.

Storia, Arte, Cultura
Insediamenti umani fra le colline delle franciacorta compaiono già nel terzo millennio a.C. I passaggi storici più significativi tuttavia, hanno inizio con la presenza etrusca sul territorio attestata dal ritrovamento di alcune tombe nella zona di Coccaglio e Pontoglio. In particolare nel sesto secolo a.C., con l’espansione dei Celti che penetrano nell’entroterra lombardo da ovest, in diversi periodi si stanziarono a Mediolanum i Galli Insubri.

La prosperità del popolo Cenomano e delle sue conquiste in franciacorta volge a termine nel primo secolo a.C., con l’avvento dei Romani. Era il tempo di Giulio Cesare e della Gallia Cisalpina, tempo di grande innovatività nei settori del commercio, dell’agricoltura, dell’edilizia. Proprio in questo periodo di estrema floridezza la Franciacorta acquista importanza e si organizza attorno al castrum di Rovato, collegato ad opere militari sul Monte Orfano e sui colli circostanti, che divenne il fulcro di tutto quanto il sistema accentrando la funzione militare, artigianale, commerciale e rurale.

Nel 1265, acclamato dai guelfi, il conte di Fiandra Roberto de Béthune (facente parte della spedizione italiana di Carlo d’Angiò) occupa il castello. La campana del vespro del 9 novembre fu il segnale dell’insurrezione antifrancese dei rovatesi, che misero in fuga gli stranieri. L’insofferenza dei rovatesi verso qualsiasi giogo si confermò nel 1312, nei confronti delle truppe di Enrico VII. Nel 1326, dopo un assedio, Azzone Visconti riuscì a impossessarsi di Rovato solo col tradimento. Dopo le contese tra Milano e Venezia, Rovato solo con ritardo, nel marzo 1428, acconsentì a giurare fedeltà alla Serenissima.

Nel 1685 La Repubblica di Venezia concesse l’erezione di un archivio notarile a Rovato. Personaggio di rilievo fu, in quel secolo, Leonardo Cozzando (1620-1702), professore di filosofia a Verona e Vicenza, che scrisse un volume sulla filosofia greca e una “Libreria bresciana”, stesa nel convento dell’Annunciata, dove trascorse i suoi ultimi anni.

La Prima Guerra Mondiale – che sconvolse e devastò l’intera Europa – segnò anche il nostro paese. Rovato pagò con 160 giovani vite stroncate e un numero imprecisato di mutilati e invalidi il suo tributo alla guerra. Ne è memoria il Sacrario ai Caduti presso le Scuole Elementari Comunali. A peggiorare la situazione nel 1918 vi fu una grave epidemia di Spagnola. Nel dopoguerra i problemi rimasti sopiti durante il conflitto si acuirono: disoccupazione, povertà diffusa, sfiducia nei confronti delle istituzioni erano all’ordine del giorno. Le elezioni del 1920 a Rovato si svolsero in un clima di grandi contrasti ed attese. Si presentò a Rovato, per la prima volta, il Partito Popolare con una lista composita guidata dal Cav. Antonio Rossi che raccolse molti moderati riscuotendo il successo elettorale, mentre la minoranza fu rappresentata dai socialisti capeggiati da Oreste Bonomelli. Nel 1922 Mussolini instaurò la dittatura fascista e anche a Rovato il clima di convivenza civile si guastò. La liberazione dal nazi-fascismo fu caratterizzata da momenti di grande tensione fra i cittadini rovatesi in cui persero la vita il Segretario Comunale Vighenzi e Silvio Bonomelli. Dal 28 aprile sventolarono dal Palazzo Comunale, le bandiere delle nazioni alleate e Rovato era chiamata ad affrontare il periodo della ricostruzione.

Origine del nome
Nel secolo XII era denominato Ruado. Il toponimo deriva dall’antico nome latino rubus, rovo.

Da Vedere:

 

Il nucleo storico il Castello Convento SS. Annunziata Chiesa S. Stefano Il Mercato di Rovato

Mappa del Comune: