Comune di Lumezzane
Il Comune
Via Monsuello, 154
25065 Lumezzane (BS)
Tel. 030-8929268
Fax 030-8921510
comune.lumezzane@cert.legalmail.it
Sindaco: Silverio Vivenzi
Informazioni Generali
Abitanti: 23 805
Altitudine: 460 m s.l.m.
Mercato: Piatucco, il mercoledì
Festa patronale: SS. Fabiano e Sebastiano, 20 gennaio
Manifestazioni e Ricorrenze
Novembre-Febbraio: la Torre delle Favole
Storia, Arte, Cultura
Tre sono le testimonianze certe della presenza romana a Lumezzane: le lapidi della frazione di Pieve, la moneta imperiale rinvenuta a Piatucco e, infine, l’acquedotto Lumezzane – Brescia. Fino all’avvento dei romani non si hanno notizie certe rispetto particolari insediamenti umani, ma i recenti studi portano a supporre che quando i tecnici romani iniziarono l’opera di costruzione dell’acquedotto trovarono senza dubbio stanziamenti di gente di antica stirpe retica. A nord della frazione di Pieve, infatti, è conservato il toponimo “Castello” che non si riferisce nella tradizione locale ad un “castrum” romano ma ad un castelliere preistorico. Nel IV secolo D.C. hanno inizio le disastrose invasioni dei Visigoti e degli Unni; caduto l’impero romano nel 476 i triumplini e con essi i Lumezzanesi passano sotto il dominio degli Ostrogoti a cui successero i Longobardi ed a questi i Franchi. Alterne vicende caratterizzano la vita della comunità nei secoli; nel 1406 Lumezzane passa ai Malatesta che assegnano l’abitato alla Quadra di Mompiano facendo in modo che il paese graviti così su Brescia mantenendosi indipendente dalla Val Trompia. Nel 1427 Lumezzane diventa Quadra autonoma con l’avvento della Repubblica di Venezia che concede poi il capoluogo a Pietro Avogadro. La famiglia bresciana dominerà su Lumezzane fino al 1797 anno della caduta della Serenissima. A partire dai primi anni dell’Ottocento il paese conosce una graduale ripresa economica e sociale dopo gli anni difficili del dominio degli Avogadro.
Territorio
Il territorio su cui oggi si estende Lumezzane è detto Valgobbia ma comunemente è denominata Valle di Lumezzane. L’imbocco alla vallata è situato a 12 chilometri a Nord di Brescia, alla sinistra del fiume Mella, nel territorio del comune di Sarezzo. La valle misura 10 Km di lunghezza, giunge fino al Passo del Cavallo, mentre la larghezza è di soli 4,5 Km. Tradizionalmente i nuclei principali sono tre: Pieve (con le frazioni di Piatucco, Gazzolo, Fontana, Renzo, Dosso, Valle, Mezzaluna e Termine); Sant’ Apollonio (con Montagnone, Sonico, Premiano e Mosniga); e San Sebastiano (con Faidana); si tratta di tre centri che vengono unificati in un solo centro amministrativo nel 1927. Lumezzane confina ad Ovest con i comuni di Villa Carcina e Sarezzo, a nord con i comuni di Casto e Bione, a est con quelli di Bione e Agnosine e a sud con quelli di Caino, Nave e Concesio. Il terreno su cui Lumezzane sorge appartiene al periodo Triassico, Retico e Liassico, in altri termini a 2 milioni e mezzo di anni fa.
Origine del nome
Il toponimo risale al nome Mezzani antica denominazione del luogo ove era situato l’abitato, derivante a sua volta dal latino medianae. Un’altra ipotesi, invece, vede l’origine del nome di persona latino Mettius. Secondo altri sarebbe ipotizzabile una derivazione da lume sano.
Itinerari
La Corna del Soncino
Sentiero 362
Sentiero 363
Sentiero 369
Sentiero 370
Da Vedere:
Galleria Civica Torre Avogadro La chiesa Vecchia Il Lavatoio degli Iris Viola L’arco di Rienzo Acquedotto Romano Museo delle Costellazioni Torre Avogadro: Fra le scarse opere architettoniche antiche di cui dispone il territorio valgobbino, la Torre Avogadro, per il suo significato storico e culturale, occupa un posto di rilievo. Dell’edificio si sa relativamente poco e la torre è quanto rimane di quello che forse era un più vasto complesso. Tuttavia, salvo due stanze a piano terra poste a destra del portone d’ingresso alla cinta muraria, che si suppone servissero per alloggio del custode, non si trovano testimonianze di altri locali. Vi era anche uno stanzino senza finestra in cui vi era un pozzo e un altro con finestra del quale non si conosce l’esatto utilizzo, ma non è improbabile che servisse come cella di isolamento. Nel corso dei secoli i molteplici interventi ne hanno alterato pesantemente l’originaria struttura. E’ scomparso il cornicione di pietra che sorreggeva il tetto che era sormontato da una torretta spia a base ottagonale, munita da otto finestre, dalle quali si poteva scrutare il territorio valgobbino ad eccezione di Valle. Il termine Avogadro, che deriva dal latino, significa ADVOCATUS, ovvero avvocato non fa riferimento al cognome di una famiglia come l’errata terminologia porta a far pensare. Per la verità bisogna però dire che di fatto “l’Avogadria” (avvocatura) finì col divenire il cognome di questo casato. La carica costituì uno dei posti più alti e lucrosi della corte vescovile e veniva ricompensata con possedimenti fondiari trasmissibili per diritto ereditario, secondo le norme giuridiche della successione feudale.
Mappa del Comune: