Comune di Sarezzo

Il Comune
Piazza Battisti, 4
25068 Sarezzo (BS)
Tel. 030-8936211
Fax 030-800155
comune.sarezzo@comune.sarezzo.bs.it

Sindaco: Massimo Ottelli

Informazioni Generali
Abitanti: 13.260
Altitudine: 280 m s.l.m.
Mercato: Piazza Battisti, il giovedì
Festa patronale: San Faustino, 15 febbraio

Storia, Arte, Cultura
Il Comune di Sarezzo è sorto in un punto centrale della Valtrompia, dove si stacca la Valle di Lumezzane o Val Gobbia, dall’omonimo torrente che la percorre in tutta la sua lunghezza. Qui convergevano le antiche popolazioni per gli scambi commerciali e del bestiame. Sarezzo rivestiva così un ruolo prioritario in Valle Trompia. La stradicciola che da Ponte Zanano scende alla località Grina e, costeggiando il Mella, stretta tra il fiume e la montagna, giunge a Noboli, è vecchia di oltre 5.000 anni. Di qui sono passati gli uomini del neolitico, dell’età del bronzo e del ferro, i soldati romani e longobardi, mercanti, monaci e giullari, santi e furfanti di ogni risma. Poco prima di arrivare a Noboli, nel luogo delle sorgenti del Gèlè, una scarpata rocciosa dalla quale scende un rigagnolo d’acqua perenne, conduce ad una grande grotta, la Busa del Tof, così denominata per la presenza di tufo calcareo. Lungo questa scarpata, il 6 ottobre 1935, si arrampicarono due giovani studenti bresciani, Mario Pavan e l’amico Bottali, con l’intento di esplorare la grotta. Quello che essi rinvennero sorprese gli stessi esploratori ed in seguito fu oggetto di attenti studi da parte di alcuni paletnologi. Nei pressi della grotta si notarono, affioranti fra il terriccio del terreno, alcune scaglie biancastre che spiccavano visibilmente sul fondo rossigno del terreno, e non trovavano immediato riscontro nella struttura dei massi rocciosi circostanti. Le punte di lancia rinvenute nella Busa del Tof documentano in modo inconfutabile la presenza dell’uomo della preistoria nel nostro territorio: esse sono la più antica testimonianza della civiltà della Valle Trompia. Già prima della conquista romana, lungo la valle e sui pendii montuosi, erano sorti alcuni villaggi, i primi nuclei di Polaveno, Inzino, Magno, Pezzaze, Marmentino, Irma ecc. Gli abitanti vivevano preferibilmente sui monti ricchi di boschi, pascoli e selvaggina e dai quali si potevano estrarre minerali in abbondanza. Buona parte dei prodotti ricavati erano poi destinati al commercio. Pastori, artigiani e mercanti percorrevano non solo i sentieri della valle, ma raggiungevano i paesi delle valli vicine ed anche il Trentino attraverso una serie di mulattiere e sentieri tracciati sui monti e nel piano al tempo degli Etruschi e dei Celti. A nord di Inzino una strada saliva lungo la valle costeggiando il fiume, si biforcava a Lavone per dirigersi sulla sinistra a Pezzaze e sulla destra a Bovegno. Dai tempi degli Etruschi, per tutto il periodo romano e medievale, le vie di collegamento tra la Valle Sabbia e la Valle Camonica frequentate da mercanti, pellegrini e soldati furono quelle che attraversavano il territorio di Sarezzo autentico crocevia delle tre Valli. I numerosi percorsi montani, frequentati da uomini, animali e carriaggi in ogni periodo dell’anno, erano punteggiati da posti di ristoro, bettole e stalle. Nel medioevo, per iniziativa delle pievi e dei monasteri, sorsero ovunque cappelle e chiesuole con un ricovero per i pellegrini. Con tutta probabilità Sarezzo venne a costituirsi in parrocchia verso l’anno 1200 dedicando la chiesa ai santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia e della Valtrompia, quasi a sottolineare lo stretto legame che univa il paese alla città negli anni in cui buona parte del territorio circostante apparteneva al Capitolo della Cattedrale ed al monastero bresciano di S. Faustino. Il Comune di Sarezzo nasce nel tredicesimo secolo, quando a capo della comunità, che comprendeva Zanano e Noboli, ci sono i Consoli eletti dai capi famiglia al fine di amministrare e salvaguardare la cosa pubblica. “Un primo riferimento ai Consoli di Sarezzo – scrive A. Soggetti – lo troviamo nel resoconto di una controversia sorta intorno all’anno 1232 tra Sarezzo e Brescia circa la definizione sui confini sul monte Palosso”.

Alla fine dell’Ottocento, Sarezzo, collocato al centro del triangolo industriale costituito da Gardone, Villa e Lumezzane, rimane un paese essenzialmente agricolo. Nell’arco di un secolo il numero degli abitanti è più che raddoppiato passando dai 1.300 del 1801 ai 2.918 del 1901. Ma nel frattempo i centri abitati sono rimasti pressoché immutati. Solo l’un per cento del territorio pianeggiante è urbanizzato, occupato cioè da abitazioni, edifici pubblici, fucine, strade e piazze. Tutto il resto è campagna intensamente coltivata. Per qualche decennio ancora la fisionomia di Sarezzo, Zanano e Noboli rimane quella dei secoli precedenti: tre distinti nuclei suddivisi in minuscole contrade dove la vita quotidiana conserva il ritmo antico tra la casa, la stalla, il campo ed il bosco. Il punto di svolta venne segnato dal primo conflitto mondiale che chiuse in modo definitivo il secolo XIX. Quello che nasce e si sviluppa nei successivi anni del Novecento è un mondo completamente nuovo. I radicali mutamenti sopravvenuti, soprattutto nella seconda metà del secolo, sono tali da sconvolgere ogni aspetto dei paesi della valle, così da renderli irriconoscibili, soprattutto quelli a lunga tradizione rurale come Sarezzo. Gli isolati centri abitati non sono più tali, le contrade ed il verde della campagna cedono progressivamente il posto ad un ininterrotto agglomerato urbano costituito da grandi complessi abitativi, industrie, uffici e centri commerciali. Sarezzo, favorito dalla sua posizione geografica, sembra precorrere i tempi: il suo processo di industrializzazione vede sorgere moderne aziende di piccole o medie dimensioni, fornite di attrezzature tecnologiche dell’ultima generazione. Ma quello che maggiormente distingue Sarezzo dagli altri paesi è lo sviluppo delle attività tipicamente commerciali e di servizio nelle quali è occupata la maggioranza degli abitanti.

Origine del nome
Sin dall’antichità a Sarezzo si produceva calce. Ci sono inoltre altre derivazioni possibili, come quella che il nome farebbe riferimento alle “sarése” termine del dialetto saretino che significa ciliegie.

Da Vedere:

 

Il centro storico Le Calchere di Sarezzo Borgo Balio Sarezzo Museo I Magli di Sarezzo

Mappa del Comune: