Chiesa vecchia di Sant’Andrea di Malegno
Il culto che vede legato il paese di Malegno al suo patrono Sant’Andrea dev’esser stato particolarmente sentito se sia la vecchia parrocchiale, posta ad est dell’abitato, che la nuova, svettante di bianco scintillante nel centro storico, mantengono entrambe questa dedicazione.
La così detta “chiesa vecchia” di Sant’Andrea fu originariamente un edificio romanico eretto nel XII secolo al quale venne rifatta la navata nel XV secolo; ampiamente rimaneggiata nel XVII secolo, subì un primo restauro tra gli anni ‘50 e ‘60 del novecento.
Sottoposta alla vicina pieve di Cividate Camuno, ottenne il titolo di parrocchiale nel XV secolo grazie al quale rimase la chiesa di riferimento di Malegno fino al 1760. In seguito alla disastrosa alluvione del 1767 i lati sud ed ovest furono seminterrati, mentre nel 1922, a causa dell’allargamento della strada verso Borno, la scala a due rampe contrapposte che era posizionata all’esterno fu inserita all’interno della struttura.
L’edificio è disposto in direzione est-ovest, con la facciata sul lato occidentale; questa è decorata in modo semplice ed è composta da un portale costruito in pietra grigia di Sarnico, databile al XVI secolo, con riportante la scritta S. ANDREA ORA PRO NOBIS. Al di sopra del varco si apre una finestra semilunata.
Sul lato sud si trova il campanile, eretto nel 1576-77 in pietra a vista con una cella campanaria culminante in quattro merli ghibellini. Questa torre costò al tempo 390 scudi di 5 lire cadauno e fu opera del maestro locale Giovanni Baziotto di Ossimo.
Il lato nord presenta numerose decorazioni: innanzi tutto un portale in pietra Simona, con una architrave decorata al centro da una croce greca e attorniata da due “fiori a sei petali”, ognuno inscritto in un cerchio. Si legge la data 1420 sulla parte sommitale delle spalle. In una edicola sopra il portale laterale vi è un affresco della Madonna col bambino attorniata da due santi.
Il resto della parete, che doveva un tempo mostrarsi interamente affrescato, oggi si offre molto danneggiato. Tra le figure che è possibile contraddistinguere vi è sicuramente un imponente San Cristoforo, alto fino al tetto, sotto il quale si legge la data 1517; altre illustrazioni riportano singoli santi (tra i quali è riconoscibile Santa Lucia) e la storia del martirio di Simonino da Trento disposta in quattro riquadri.
Sul versante ovest, visibile solo entrando nel limitrofo convento delle suore Canossiane, si trova ciò che rimane dell’abside dell’antica struttura romanica. Formato da conci regolari in pietra grigia, con delle lesene che lo dividono in tre scomparti e coronato alla sommità da archetti pensili, questo abside risale sicuramente alla prima metà del secolo XII.
Si accede all’interno della chiesa tramite una ripida scalinata discendente poiché il livello del pavimento si trova circa due metri sotto quello della strada. La navata è unica e misura 21 metri di lunghezza per 9 metri di larghezza; essa è divisa in quattro campate con volte a crociera e la sua forma è databile ai primi decenni dei XV secolo, anche se rimaneggiata nel seicento.
Nei pressi dell’ingresso si trova una grande statua di legno (un tronco di fico), rivestita in gesso e pitturata, che raffigura San Gaetano. Nel centro della parete destra, oltre una tela ad olio rappresentante la Crocifissione, San Carlo e Santa Caterina, vi è anche un portale del XV secolo, molto semplice, che introduce nel campanile. Sopra questo varco è posizionato un affresco strappato negli anni ’60 che contiene un san Giacomo, databile alla fine del XVI secolo. Nei pressi del presbiterio è conservata invece una copia seicentesca di notevole pregio della Beata Vergine di Lucas Cranach sulla quale, in un medaglione, si legge la scritta “LA VERA IMAGINE/ DELLA MIRACOLOSA/VERGINE MARIA DI/ LANA IN GERMANIA”.
La parete sinistra contiene invece diversi affreschi, scoperti da don Antonio Medici, riemersi interamente solo a seguito di un restauro; essi sembrano esser stati dipinti tra il 1487 e l’89 con la funzione di ex-voto. Accanto al portale nord è osservabile una Madonna seduta con un Cristo morto sulla ginocchia, mentre oltre il pulpito ligneo del XVII secolo compaiono in ordine: un Sant’Antonio, un Santo martire cavaliere, una Madonna in trono in mandorla attorniata da sei angeli (da alcuni definita, secondo lo schema medievale, la “Madonna dell’Empireo”) e una Madonna in trono con Bambino.
Il presbiterio, di dimensioni quasi quadrate di 5,5 metri per 5, è formato da due ampi gradoni in pietra di Sarnico, al centro dei quali è posto un primitivo altare formato da un blocco unico di arenaria verde. Dalle pareti si deducono chiaramente le differenti fasi di erezione: nella parte inferiore è ancora visibile l’antico abside semicircolare romanico, che però non termina nella calotta, ma invece prosegue su dei muri pentagonali fino alla volta, tutti elementi aggiunti in un’epoca successiva.
Partendo dal lato destro del presbiterio troviamo affrescate delle teste (uniche rimaste) dei Santi Pietro e Paolo, di inizio XIV secolo, a cui era stato sovrapposto un santo (forse San Giacomo); oltre a queste, in direzione dell’abside, vi è un altro santo dalla barba e dai capelli neri con in mano un libro (fine XIII – inizio XIV sec) al di sopra del quale è stata dipinta una flagellazione alquanto danneggiata. Il semicerchio dell’abside era invece decorato dal complesso degli apostoli a grandezza naturale, ora seriamente danneggiato in particolar modo nei volti; la zoccolatura è invece in gran parte visibile ed è rappresentata da riquadri contenenti profili di teste, coppe di frutta, animali, anfore….
Il presbiterio termina quindi in una volta al centro della quale, in uno stucco di forma ovale, vi è rappresentato Sant’Andrea in gloria; poco sotto vi è anche l’affresco del Padre Eterno. Entrambe le opere sono databili al seicento.
Indirizzo: Malegno, via Sant’Andrea
Apertura: da maggio a ottobre dalle 7.00 alle 19.00
Ricorrenza festiva: 30 novembre
Contatti: Rettore di Malegno: 0364.340840
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