La Terra del Vino
Già nel nome il fascino di una terra e di un vino
Il Franciacorta oggi è riconosciuto, da appassionati ed esperti del settore, come un vino di altissima qualità, un punto di riferimento d’eccellenza enologica. Ma la storia del franciacorta e dell’arte vinaria di questa terra risale a tempi ben più antichi: la vite infatti era coltivata fin dai tempi dei romani e ha proseguito fino ad oggi. La franciacorta è stata nei secoli il luogo dove la nobiltà bresciana ha costruito le proprie abitazioni di campagna: ancora oggi ne rimangono le tracce di borghi, torri e castelli medioevali, palazzi cinquecenteschi e ville patrizie del ‘700 e ‘800. L’evoluzione dell’arte vinaria ha avuto una grande crescita negli ultimi cinquant’anni, a partire da quando si iniziò a sperimentare per creare le prime bottiglie di spumante e fu così che alla fine degli anni 1950 si iniziò a costruire le basi per la produzione spumantistica in Franciacorta.
Viticoltura antica
La vite sulle colline di Franciacorta è stata coltivata fin dalle epoche più remote. Ne sono infatti una prova i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica e materiale archeologico rinvenuto un po’ su tutta la zona oltre alle diverse testimonianze di autori classici, da Plinio a Columella a Virgilio e si conoscono anche i popoli che si stanziarono nella Franciacorta e che conosciamo anche attraverso testimonianze storiografiche: i galli Cenomani, i Romani, i Longobardi.
Viticoltura moderna
Pur vantando una lunga storia, il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni ’60 con la nascita delle prime cantine. Sul finire degli anni Settanta l’enologia italiana visse una fase di grande fermento e in Franciacorta diversi imprenditori investirono e puntarono sulla coltivazione della vigna. Da lì la crescita è stata rapidissima fino ad arrivare al 1995 anno in cui venne assegnato al franciacorta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), massimo riconoscimento di qualità e tipicità di un vino. L’odierna Franciacorta è considerata da molti l’unica area italiana di produzione di bollicine che ha raggiunto livelli tranquillamente paragonabili a quelli della Champagne francese.
I Vitigni Pinot Nero: il Pinot Nero è il secondo vitigno per diffusione in Franciacorta e occupa circa il 15% della superficie totale. La pianta del Pinot nero è abbastanza robusta e rustica, con foglie normalmente lobate e/o pentalobate, di colore verde scuro, con grappolo a pigna, molto serrato e di dimensioni ridotte. Il Pinot nero è impiegato soprattutto nei Millesimati e nelle Riserve del Franciacorta Docg, ai quali offre struttura e longevità; è inoltre un componente indispensabile per le cuvée del Franciacorta Rosé, nelle quali deve rappresentare almeno il 25%. Pinot Bianco: il Pinot bianco è il terzo vitigno del Franciacorta, di derivazione francese e appartenente alla grande famiglia dei Pinot, e occupa ormai circa il 5% della superficie totale. La pianta del Pinot bianco è dotata di buona vigoria, la foglia è verde intenso e il grappolo tende ad assumere tonalità meno dorate di quelle dello Chardonnay, rispetto al quale è anche molto più compatto. Il Pinot bianco non è utilizzato in purezza né nella produzione dei vini-base del Franciacorta né dei vini fermi Curtefranca Bianco, ma è usato nelle cuvée in percentuale massima del 50%. Il vino ha un corpo pieno ed elegante, buona acidità fissa, e il suo profumo ricorda la crosta di pane appena sfornato e, dopo evoluzione, intensi sentori ammandorlati Altri Vitigni: in percentuale minore sono diffusi vitigni di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Barbera, Nebbiolo.
Chardonnay: lo Chardonnay è una varietà a bacca bianca molto pregiata, è coltivato ormai da alcuni decenni in Franciacorta, anche se è difficile stabilire con precisione assoluta la data della sua introduzione. La pianta dello Chardonnay è caratterizzata da medio vigore, ha foglie verde chiaro, grappolo caratteristico di colore verdastro tendente al giallo, mediamente compatto e con acini dotati di buccia robusta e spessa. Inoltre, è molto sensibile alla Flavescenza dorata, che negli ultimi anni ha falcidiato parecchi vigneti. Lo Chardonnay è soprattutto impiegato nella produzione di vini-base del Franciacorta Docg, solo in minor misura in quella del vino fermo Curtefranca Bianco. Il vino ottenuto da questo vitigno è dotato di ottima consistenza, un aroma intenso, fragrante e complesso, con sentori varietali di frutta e di fiori, buona struttura e piacevole freschezza.