Itinerari ad Artogne
Dislivello: da 305 a 710 m slm
Percorribilità: a piedi, a cavallo, in bicicletta da montagna
Tempi di percorrenza a piedi: circa 1 ora
Strade comunali: del Marocchello/Piazze – Case Pedri
Punto di partenza: Località Castello all’inizio della strada asfaltata per Piazze
Questo itinerario ci riporta a quella che un tempo era la principale via di comunicazione con la frazione di Piazze. Si svolge quasi interamente all’interno dei boschi di castagni e nella parte iniziale percorre il bordo della montagna confinante con la Valle di Artogne. Il percorso è piuttosto impegnativo perché tutto in salita e tale da rappresentare una vera e propria escursione verso la montagna, ma è piacevole anche in piena estate perché ombreggiato. Ogni stagione offre colori, profumi e frutti diversi. Sono, infatti, presenti piccoli frutti quali fragoline di bosco, lamponi, more e mirtilli, funghi e castagne. Il fondo è acciottolato e in alcuni punti mostra ancora i solchi tracciati dalle slitte che scendevano dai monti cariche di legna. Lungo il percorso sono presenti anche ginestre e prati che in primavera ed estate sono ricchi di fiori multicolori; si possono inoltre ammirare diverse Santelle votive affrescate, alcune delle quali ancora ben conservate. Talvolta ai lati del percorso sono allineati massi di grosse dimensioni che fungono da recinzione. Dopo i primi 700 metri di percorso ci si trova ad un bivio: a sinistra si sale direttamente verso l’abitato di Piazze passando vicino al Dosso dei Guelfi (forse perché appartenuto in passato a famiglia di parte guelfa). Proseguendo diritti, invece, si arriva in località Marocchello (questo nome potrebbe derivare dal nome Marco o anticamente Marocus) per poi proseguire verso Piazze sulla strada detta delle Case Pedri. In questa zona sono presenti varie cascine di bella fattura nelle quali si conducono ancora attività agricole e zootecniche secondo canoni tradizionali (fienagione nei prati della zona, concimazione con stallatico, ricovero nella stalla della cascina, pascolo, mungitura manuale e produzione di formaggi secondo antichi metodi).
ARTOGNE – ACQUEBONE
Dislivello: da 315 a 653 m slm
Percorribilità: a piedi, alcuni tratti a cavallo o in bicicletta da montagna
Tempo di percorrenza a piedi: circa 1 ora
Strade comunali: per Acquebone
Punto di partenza: Ponte della Valle di Artogne all’inizio della strada asfaltata per Acquebuone
Questo itinerario collega il paese alla frazione sita sulla sponda sinistra della Valle d’Artogne. È tutto acciottolato in salita, ma ben ombreggiato in quanto si sviluppa tutto nei boschi di castagni anche qui predominanti. Sono presenti altre specie botaniche quali robinie, pseudoacacie, betulle, sambuchi, e più in alto anche abeti, larici, carpini, roverelle, sorbi dell’uccellatore, ciliegi selvatici, noci e noccioli. Nel sottobosco si possono incontrare lamponi, fragoline di bosco, luppolo, felci e una grande varietà di fiori a seconda delle stagioni. Il percorso interseca in molti punti la nuova via asfaltata ma offre una valida alternativa a chi vuole fare un’escursione in mezzo alla natura. Lungo il tragitto si può notare un’edicola denominata Santel de la Crus dedicata a San Rocco. Si arriva alla chiesa di S. Rocco di Acquebone e ci si può collegare agli itinerari della montagna. La prosecuzione verso Piazze risulta al momento difficoltosa ma verrà in futuro ripristinata. Nella frazione sono presenti due case-vacanze (una di proprietà della Parrocchia e una comunale), oltre ad una trattoria che offre piatti tradizionali e la possibilità di soggiornare.
ITINERARIO DEL FIUME OGLIO
Dislivello: tutto l’itinerario si svolge sulla media dei 205 m slm
Percorribilità: a piedi, in bicicletta, a cavallo.
Tempi di percorrenza a piedi: da 20’ a 1h 30’ a seconda del percorso
Strade comunali: dei Ronchi, dell’Oglio, delle Bosche e del Vescovo
Punti di partenza: Parcheggio all’inizio di Via Fermi, Parcheggio vicino alla Stazione Ferroviaria.
Dalla attuale strada provinciale N.1, attraverso le vie comunali dell’Oglio, delle Bosche e del Vescovo si accede alla parte pianeggiante del comune di Artogne e alle rive dell’Oglio. Questo reticolo di strade si interseca anche con la pista ciclabile che ben si integra nel percorso e può essere intrapresa per proseguire lungo il fiume Oglio verso la Valle Camonica o verso il Lago d’Iseo. Lungo questi percorsi è possibile osservare delle piante di ontano (ogne), da cui anche una possibile derivazione etimologica del nome del paese, platani, sambuchi e salici, che una volta delimitavano la rete irrigua della zona, noci e pioppi. È anche possibile avvicinarsi alle rive del fiume Oglio e godere della tranquillità legata al silenzio e al lento scorrere delle acque. La Strada dei Ronchi conduce ai terreni siti nella piana adiacente all’Oglio, soggetta in passato alle periodiche piene del fiume che vi apportava sabbie limacciose. Lungo questa via sono presenti anche dei caselli agricoli a base quadrata che probabilmente servivano come ricovero degli attrezzi. La Strada del Vescovo era un’antica via alternativa alla Vecchia Valeriana, che collegava gli abitati di Piancamuno e Gianico passando nella zona pia-neggiante del territorio di Artogne; essendo più agevole rispetto ad altre vie, probabilmente era percorsa dal vescovo quando veniva in Valle Ca-monica per le visite pastorali. La Strada delle Bosche deriva il suo nome dal fatto che conduceva a località dove erano presenti piante ad alto fusto e ramaglie a crescita spontanea. Ancora attive in questa zona alcune aziende agricole e una trattoria tipica che presenta piatti a base di carne equina.
ITINERARIO DEI CASTAGNI
Dislivello: dai 250 ai 340 m slm
Percorribilità: a piedi, alcuni tratti in bicicletta da montagna e a cavallo
Tempi di percorrenza a piedi: 1h 30‘ – 2 h
Strade comunali: Antica Via Valeriana, delle Maserade, del Castellino, delle Plagne, Strada Grossa e dell’Abate
Punti di partenza: Parcheggio Isola ecologica, parcheggio nel borgo Castello, parcheggio nella Piazza del Municipio
L’itinerario si svolge tutto nella zona pedemontana che avvolge e sovrasta il centro storico del paese. Vi si può quindi accedere da vari punti e si possono percorrere anelli più o meno grandi a seconda delle esigenze, sconfinando eventualmente anche negli adiacenti comuni di Gianico e Piancamuno. Il tema del percorso prende spunto da una delle attività agricole che maggiormente hanno caratterizzato il paese: la coltivazione del castagno da frutto. L’itinerario, infatti, è dominato dalla presenza di imponenti alberi di castagno. Le varietà coltivate sono caratteristiche di questa zona e sono le biline, le agostane e le rossere, di pezzatura piccola ma di particolare gusto dolce che le rende ideali per la cottura come caldarroste. Non mancano anche piante innestate con varietà diverse quali i marroni e gli ibridi eurogiapponesi. Partendo dalla antica località della Bettola al confine con Piancamuno si può avere uno scorcio del borgo antico delle Maserade passando davanti ad una santella secentesca fatta costruire dalla famiglia Belafatti. Il nome pare derivi da Maxirata che si riferisce al deposito di masserizie delle monache di S. Giulia. Si prosegue circondati da castagni secolari sino al ponte sulla Valle di Artogne. Si attraversa il torrente in località Castello e ci si immette nel borgo medioevale, segnalato dalla presenza di una santella affrescata su entrambi i lati, e dai resti del Canale Opificieri che un tempo dava acqua ed energia a fucine, segherie e mulini. Si sale percorrendo una storica antica via tutta scavata nella roccia denominata dei carbunì. Essa era percorsa dai carbonai che portavano a valle il carbone prodotto in montagna con gerle di grosse dimensioni, aiutandosi con lunghi bastoni ai quali si sorreggevano puntandoli in apposite coppelle presenti nella roccia. Dalla sommità di questo poggio si gode un bel panorama sulla valle e si capisce come la posizione strategica sia stata scelta per la costruzione di torri fortificate abitate lungamente dai Federici e delle quali sono ancora visibili dei resti. Questa parte può essere percorsa solo a piedi. Si prosegue poi verso la via delle Plagne attraversando la strada asfaltata per Piazze in località Frigola (dove è presente una sorgente d’acqua). Il nome di Plagne deriva dalla presenza di una serie di “piane” situate a mezzacosta. Lungo il percorso si incontrano diverse santelle. Giunti in prossimità della località Ronco, si presentano tre possibili itinerari. Il primo, lungo la Strada dell’Abate, sale fino a raggiungere un bel bosco, appartenuto forse in passato ad un monastero, e da lì scende verso Gianico, transitando per la località Sgarnere, dove si segnala una sorgente d’acqua che scorre in un antico abbeveratoio di pietra. Il secondo invece imbocca la strada detta Strada Grossa, che scende bruscamente in direzione dell’abitato di Artogne, passando davanti, in località Batistele, ad un’azienda dedita alla coltivazione e all’essiccazione delle castagne. Lungo questo percorso è anche possibile vedere una grande roccia incisa con numerose coppelle di probabile origine preistorica. Il terzo itinerario, infine, prosegue lungo la Strada delle Plagne che, con andamento agevole, consente di raggiungere una zona particolarmente panoramica e di portarsi in località Le Frise dove è presente un’azienda agrituristica. A questo punto si può proseguire verso Gianico, oppure fare ritorno ad Artogne attraverso una via consortile denominata Rive dei Balti che conduce alla chiesetta di S. Andrea, risalente al XIV secolo e sulla cui facciata rivolta al paese si possono ammirare due antichi af-freschi raffiguranti S. Cristoforo (protettore dei viandanti) e il Martirio di S. Andrea.
ITINERARIO DELLA CAMAPAGNA
Dislivello: da 206 a 250 m slm
Percorribilità: a piedi, con bicicletta da montagna o a cavallo
Tempi di percorrenza a piedi: dai 30 ai 60 minuti
Strade comunali: dei Navetti, dei Prati, del Pizzardello, delle Rive, Strada Stretta, Antica via Valeriana e strada delle Fornaci
Punti di partenza: parcheggio vicino alla Chiesa della Madonnina, parcheggio vicino alle poste.
Questo itinerario si svolge lungo antiche mulattiere che hanno in parte conservato il loro importante carattere storico. Si tratta di strade alquanto strette che mettevano in comunicazione il nucleo del paese con la campagna dipanandosi dall’antica Via Valeriana. In questa zona di Artogne, rimasta ancora “verde”, nel periodo tardo primaverile ed estivo si svolge la fienagione e a fine settembre e inizio autunno il pascolo (località Prati, Campi secchi o Prati d’Ones, questi ultimi un tempo appartenenti alla Pieve di Rogno). Il valore storico risiede nel fatto che la maggior parte delle murature a delimitazione delle strade e delle proprietà sono rimaste inalterate e sono costituite da pietre ricavate da rocce scistose del luogo che mostrano una particolare lucentezza (lèguegn), combinate in modo caratteristico e per una buona altezza. Lungo il percorso sono presenti resti di santelle votive, merlature a sostegno di pergolati ed un arco di pietra affiancato da una nicchia di edicola rurale. Il fondo è acciottolato ma in alcuni punti è ricoperto da uno strato erboso. Le proprietà che delimitano queste strade sono denominate Broli che sono dei campi o orti di forma quadrata o rettangolare sul cui perimetro di muratura sono inserite delle pietre forate che sostengono delle travi a formare una pergola per la vite, ancora oggi coltivata. Le Strade delle Rive erano in passato più d’una e si dirigevano verso il comune di Gianico ai piedi della montagna (da qui una possibile derivazione del nome). Attualmente si può percorrere la Strada delle Rive (oggi Via Gianico) che collega Artogne al paese adiacente attraverso i prati ed il ruscello Val Vedetta che ne segna il confine. La Strada delle Fornaci è invece ormai immersa nella zona artigianaleindustriale e conduce ancora verso il confine con il comune di Gianico; in queste zone sono ancora presenti piante di gelso, testimoni dell’attività dell’allevamento del baco da seta, poi abbandonata negli anni ‘50. In alcuni punti del percorso sono ancora presenti attività agricole a aziende produttrici di formaggi.