La “Corna dei Pagà”
La dosale che da S. Bartolomeo di Prave sale al Monte Chigozzo, verso sud, è delimitata da una vasta parete rocciosa: la “Conca dei Pagà”, con ogni probabilità un possibile insediamento sotto roccia che potrebbe aver avuto origine millenni di anni or sono, e poi probabilmente frequentato fino ad età storica. Ai piedi della parete, che si sviluppa per una lunghezza di circa 130-150 m, con un’altezza dai 30 ai 50 m, vi è un sentiero parzialmente scavato nella montagna e delimitato da muri a secco costruiti con grossi massi tufacei.
Tra il sentiero e la base della roccia si trovano piani rialzati perimetrati da muretti che creano vani di varia misura. Sulla parete della roccia si può notare uno svariato numero di buche che potrebbero essere servite per innesti o impianto di grossi e piccoli pali, alcuni frammenti dei quali sono visibili ancor oggi ad un’altezza di circa 7 o 8 m dal suolo. Ad aumentare il fascino di questo luogo concorre la presenza di alcune grotte, e tra queste, due di notevole grandezza dove si notano bene gli interventi dell’uomo: gradini scavati nella roccia per accedere al locale, piccole e grandi nicchie per appoggiarvi suppellettili e collocarvi il focolare.
Vi è anche un elemento fondamentale per poter sostenere l’importanza di questo luogo singolare: una sorgente d’acqua ai piedi della grande roccia. Il bellissimo panorama della Val di Scalve e della Presolana, e soprattutto l’esposizione soleggiata, fanno ritenere che qui l’uomo preistorico camuno abbia potuto trovare le condizioni ideali per vivere riparato anche durante l’inverno, per cacciare la selvaggina, pascolare gli armenti o coltivare i campi.