La via dei pellegrini
Questo itinerario, che è ancora parte del sentiero dei partigiani (Gruppo Sella – Lorenzini), è parte di un millenario collegamento viario di epoca carolingia che dalla Val Cavallina giungeva a Bessimo. Da qui risaliva a Rodino, costeggiava il Lago Moro fino a Capo di Lago, risaliva le Sorline e, scendendo alla contrada Re, giungeva a Mazzunno. Riprendeva poi per Prave e continuando per il Passo del Giovetto, Schilaprio, Passo del Venerocolo, Valle di Belviso, giungeva in Valtellina. La strada, oltre a essere frequentata dai pellegrini, a partire dal XIV secolo, dopo l’istituzione dei giubilei cinquantennali, rivestiva grande importanza poiché univa la Valle di Scalve alla ValleCamonica. Consentiva, infatti, il commercio e soprattutto il trasporto a valle del minerale ferroso proveniente dalle miniere scalvine.
Da Mazzunno si prende la mulattiera pianeggiante indicata col segnavia rosso-bianco-verde. Il percorso permette una passeggiata davvero molto suggestiva in mezzo ai prati terrazzati, ben coltivati e disseminati di baite dalla caratteristica architettura. Superata la Valle di S. Giovanni si arriva alla località “Dazze” dove vale la pena sostare un momento e osservare i campi delimitati dai muretti a secco e i fabbricati rurali talvolta impreziositi da interessanti affreschi, forse a ulteriore controprova dell’ importanza della località come luogo di sosta per gli antichi viandanti. Si continua ancora in comoda salita fino alla località “Fornaci” dove esisteva una delle prime fabbriche di laterizi della zona e dove nel 1820 pare si producesse la migliore calce della Vallecamonica, per la quale si utilizzava la pietra calcarea proveniente dai detriti di falda che di staccano dai versanti rocciosi della sovrastante valle. Da qui, attraverso un suggestivo sentiero, è possibile entrare nella Valle del Dezzo e collegarsi alla via Mala in corrispondenza degli impianti idroelettrici. Ora la mulattiera si fa piuttosto ripida ed il suo tracciato tende a coincidere per un tratto con il fondovalle. Sul lato sinistro, ai piedi del versante dirupato, affiorano grossi blocchi di detriti di falda. Alcuni sono ben squadrati perché questa pietra veniva utilizzata come materiale da costruzione. Lasciata la Valle, la mulattiera s’inerpica lungo un versante roccioso e soleggiato coperto da una rada boscaglia di carpini neri, frassini e ornielli. Rapidamente si giunge alla località “Colle” dove s’incontra una cappelletta e dove si può godere uno spettacolare panorama sulla Presolana. Il percorso, pressoché tutto pavimentato a selciato, si fa un po’ più comodo e si sviluppa a mezza costa tra boschi di faggi e abeti con qualche tratto un po’ ripido con arditi muri di sostegno. Superata la località “Acqua Fredda” e “Fontanelle” si raggiunge finalmente Prave, posta a balconata sulla Valle del Dezzo e situata in mezzo ad una stupenda distesa di prati.