04/08/2013 | ||
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11/08/2013 | ||
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“Passi nella Neve 2013″: teatro, racconti e voci
Domenica 4 agosto 2013 e domenica 11 agosto 2013
Ponte di legno,
ADAMELLO -
Il primo appuntamento vedrà protagonista Pamela Villoresi sarà la prtagonista del primo appuntamento di Passi nella Neve 2013.
Anche in quest’edizione di Passi nella neve, dunque, rimane viva una duplice attenzione: uno sguardo volto alle vicende che hanno coinvolto le montagne dell’Adamello, e uno rivolto anche agli altri fronti italiani, alla ricerca di quegli elementi che legano vicende lontane tra loro, ma che ci mostrano tutte le sfaccettature della cruda realtà della guerra. Domenica 21 luglio alle ore 9.30 alle Bocchette di Val Massa, interpreterà Basta un giorno di sole, tratto da Con me e con gli alpini di Pietro Jahier.
Un racconto-diario che, tra squarci lirici e momenti accorati, narra la vita al fronte tra il marzo del 1916 e il luglio del 1917, riflettendo sull’insensata tragedia cui vanno incontro gli alpini, uomini rudi ma generosi e leali, segnati dalla forte appartenenza al gruppo. Al termine della lettura, seguirà una presentazione storica sulla Guerra Bianca e la visita guidata ai trinceramenti bellici a cura di Walter Belotti, presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello.
Domenica 4 agosto alle ore 8.30 al Rifugio Bozzi, al centro del palcoscenico naturale della piana del Montozzo, Fabrizio Bentivoglio racconterà le Albe di fango descritte da Carlo Salsa nel suo Trincee – Confidenze di un fante, nudo diario, ancor prima che romanzo, di un’esperienza pienamente vissuta. Un’accorata denuncia dell’orrore della guerra, mescolata con lampi profeticamente ironici.
Domenica 11 agosto alle ore 9.30 alla Piana dell’Angelo, al Corno d’Aola, Beppe Rosso interpreterà Solitudine, uno spettacolo tratto dal teatro partigiano di Beppe Fenoglio, dove proprio la figura del partigiano e la sua condizione durante l’inverno del ’44 diventa problematica. Il disagio si fa dramma per il nascere delle paure di questi giovani combattenti, pur nella tensione verso la “giusta causa” e l’inderogabile scelta fatta. Si passa, quindi, dalla Prima alla Seconda Guerra mondiale, in una linea temporale in cui cambiano luoghi, cause, eventi, ma rimane immutato il dramma di chi ne viene coinvolto.