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Jon Rafman: Brand New Paint Job
30/04/2011 15:00 - 10/06/2011 19:00

Jon Rafman: Brand New Paint Job

FABIO PARIS ART GALLERY

Via Monti 13

Tel.: +39 030 3756139

Fax: +39 030 2907539

www.fabioparisartgallery.com

fabio@fabioparisartgallery.com

La prima nostra personale italiana dell’artista canadese Jon Rafman (Montreal 1981), a cura di Domenico Quaranta. Brand New Paint Job è un progetto in corso che può essere seguito attraverso un sito dedicato, www.brandnewpaintjob.com. Lì, Rafman accumula un flusso continuo di immagini realizzate convertendo dipinti modernisti in texture e mappandole su diversi tipi di modelli 3D: stanze da letto e soggiorni, bar, pezzi d’arredamento, corpi umani, sculture classiche e astratte, automobili, aerei, personaggi dei fumetti e del cinema, piante, animali e così via. L’artista non crea nemmeno i modelli 3D, che sono presi da Google3D Warehouse, la galleria online in cui gli utenti di Google Sketchup – un programma gratuito di modellazione 3D – possono caricare e condividere i modelli che hanno disegnato. E tuttavia, il progetto non è solo un tentativo di mettere insieme arte alta e design amatoriale, entrambi liberamente disponibili in rete; né uno sberleffo gratuito alla tradizione dell’arte moderna, o un’affermazione postmoderna sull’impossibilità di creare qualcosa di nuovo. Al contrario, come ha detto l’artista, «c’è una conversazione in corso tra la superficie e la struttura sottostante»: una conversazione che può essere vista in azione nei lavori in mostra, da Rousseau Hotel Room, in cui i dipinti esotici del Doganiere decorano lussuosamente una comoda stanza d’albergo, a Schwitters Alley, in cui il collage modernista sembra dichiarare le sue radici nell’utopia socialista. Una ramificazione dello stesso progetto, BNPJ.exe (2011, in collaborazione con Tabor Robak) è un ambiente virtuale navigabile, un intero mondo rivestito di dipinti. Il dripping di Pollock dà il meglio di sé su un deserto, l’astrazione geometrica rende un ufficio ancora più funzionale, e il blu di Yves Klein rende un labirinto ancora più metafisico. Nella nuova serie New Age Demanded (2011) questa pratica è usata in maniera più occasionale e funzionale. Ispirata da un poema di Ezra Pound, la serie ospita un misterioso totem senza occhi e senza bocca, a metà strada tra un busto classico deformato e un personaggio da fantascienza.

Ogni pezzo è un viaggio nel tempo, trapassato e futuro, alto e basso, storia e narrazione

Orari: Tutti i giorni escluso festivi dalle 15.00 alle 19.00 (possono variare, verificare sempre via telefono)

Genere: video arte contemporanea, personale